Dati preoccupanti sul cybercrime in Italia: un report del Global Threat Impact Index redatto dall'azienda israeliana Check Point Software Technologies ci avverte che siamo al 42° posto su scala globale tra le "prede" dei criminali informatici. Tra le minacce più rilevanti il malvertising di "Rough Ted" che ha infettato il 28% delle organizzazioni nel mondo.
Nel mese di giugno 2017 l’Italia è salita di otto posizione tra i Paesi più attaccati dagli hacker su scala globale, passando alla 50° alla 42° posizione. Tra le minacce che hanno imperversato con più insistenza nel mese scorso nel mondo emerge “Rough Ted”, un tipo di malvertising che collega l'utente a siti web dannosi e payload vari come truffe, adware, exploit kit e ransomware: è stato al primo posto in Italia a giugno e ha infettato su scala mondiale il 28% delle organizzazioni. Rough Ted è arrivato a colpire in 150 Paesi, soprattutto nel settore delle comunicazioni, dell'istruzione, del commercio al dettaglio e all'ingrosso.
Al secondo posto tra le minacce che hanno preso di mira l’Italia si è piazzato Conficker, warm che punta ai sistemi operativi Windows, mentre al terzo torna Nivdort, una famiglia di trojan che colpisce la piattaforma Windows.
Per quanto rigurada le minacce verso i dispositivi mobili, al primo posto secondo i dati di Check Point rimane Hummingbad, il malware Android che stabilisce un rootkit persistente sui dispositivi installando applicazioni fraudolente. Al secondo posto Hiddad, malware Android che può consentire agli hacker di ottenere dati sensibili degli utenti, e al terzo Lotoor, un hack tool che sfrutta le vulnerabilità del sistema operativo Android al fine di ottenere privilegi di root sui dispositivi mobile compromessi.
“Nel mese di maggio e di giugno le organizzazioni sono state messe a dura prova e hanno dovuto garantire la protezione contro i ransomware, in risposta ai pesanti attacchi di WannaCry e Petya - afferma Maya Horowitz, threat intelligence, group manager di Check Point - Tuttavia l'ampia varietà di vettori di attacco utilizzati durante giugno serve a ricordare alle organizzazioni che devono dotarsi di solide e robuste infrastrutture di sicurezza in grado di proteggerli contro tutte le tattiche e i metodi utilizzati dai cybercriminali”.
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